Ispirati
dall'opera di
Don Bosco

Ispirata al pensiero educativo di San Giovanni Bosco, la Fondazione Opera Don Bosco Onlus nasce per sostenere progetti socio educativi e per aiutare le popolazioni colpite da calamità naturali e da emergenze umanitarie.

La sua presenza sostiene il lavoro dei Salesiani che portano la loro opera dove c'è più bisogno di aiuto, sia in Italia che nel mondo.

La missione, iniziata da San Giovanni Bosco, prosegue ancora oggi attraverso le attività nelle Opere Salesiane nel mondo: portare aiuto a tutti i giovani disagiati senza escludere nessuno, poiché abbandonare anche solo una persona sarebbe un fallimento per tutti.

Oltre ai vari progetti la Fondazione Opera Don Bosco Onlus promuove un programma di sostegno a distanza che non si rivolge solo ad un bambino in particolare, ma ad una comunità di bambini e ragazzi. Ognuno di loro potrà partecipare ai programmi educativi offerti loro dalle Opere Salesiane di Don Bosco, continuando a vivere nella comunità, con le proprie famiglie e nel contesto sociale di riferimento.

ispirati dall'opera di Don Bosco

San Giovanni Bosco (1815 - 1888)

Giovanni Bosco nacque il 16 agosto 1815 in una piccola frazione di Castelnuovo d’Asti da due contadini, Francesco Bosco e Margherita Occhiena. Rimasto orfano del papà in tenerissima età, a 9 anni ebbe il primo, grande sogno che segnerà tutta la sua vita: vide infatti un folto gruppo di ragazzi poverissimi che giocavano e bestemmiavano, egli si lanciò in mezzo a loro, cercando di arrestarli usando pugni e parole. Fu proprio in quel momento che gli apparve un uomo maestoso: il suo viso era così luminoso che non riusciva a guardarlo. Lo chiamò per nome e gli ordinò di mettersi a capo di tutti quei ragazzi. Giovanni gli chiese chi fosse: “Io sono il figlio di Colei che tua madre ti insegnò a salutare tre volte al giorno”. In quel momento vicino a lui apparve una donna maestosa, e in quello stesso istante una moltitudine di animali sostituì il gruppo di giovani.

La Madonna gli disse: “Ecco il tuo campo, ecco dove devi lavorare. Cresci umile, forte e robusto, e ciò che adesso vedrai succedere a questi animali, tu lo dovrai fare per i miei figli”. Fu così che, al posto di animali feroci, comparvero altrettanti agnelli mansueti che saltellavano, correvano, belavano, facevano festa. Negli anni che seguirono Giovanni fu fortemente influenzato da questo sogno, al quale ripensò più volte nel corso della propria vita.

Mentre si trovava al Convitto di Torino prese l’abitudine di scendere per le strade della città e osservare in quale stato di degrado fossero i ragazzi; più tardi cominciò a visitare anche le carceri e inorridì di fronte all’imbarbarimento nel quale vivevano giovani dai 12 ai 18 anni. Don Bosco decise così di radunare intorno a sé tutti i ragazzi allo sbando della zona, basandosi su tre elementi fondamentali: l’amicizia con i giovani (che molto spesso erano orfani senza famiglia), l’istruzione e l’avvicinamento alla Chiesa.

Nacque così, nella periferia torinese, il primo oratorio: il 12 aprile 1846, giorno di Pasqua, Don Bosco trovò un posto per i suoi ragazzi, una tettoia con un pezzo di prato, la tettoia Pinardi a Valdocco. Otto anni più tardi diede inizio alla Società Salesiana, con la quale assicurò la stabilità delle sue opere e del suo spirito anche per gli anni futuri.

Don Bosco gettò le fondamenta di una civiltà cristiana, culturalmente, artisticamente, scientificamente ed economicamente solida, lanciando una sfida difensiva e offensiva di travolgente dimensione, puntando sul centro nevralgico e strategicamente decisivo per la costruzione di una società, ovvero l’educazione della gioventù, la quale avrebbe dovuto seguire tre linee, come sono riportate nel suo “Il sistema preventivo nella educazione della gioventù”: la ragione, la religione, l’amorevolezza.

Nel 1864 pose la prima pietra del santuario di Maria Ausiliatrice e nel 1872, con Santa Maria Domenica Mazzarello, fondò l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, con lo scopo di educare, con il medesimo spirito, la gioventù femminile.

Don Bosco morì a Torino all’alba del 31 gennaio 1888 e il 2 giugno 1929 papa Pio XI lo beatificò, dichiarandolo santo il 1° aprile 1934, giorno di Pasqua.

Il cenno a questi fatti storici riesce solo in parte a spiegare l’esistenza nel mondo come Famiglia Salesiana di circa 402.500 membri a servizio dei giovani, con circa 14.630 salesiani consacrati tra sacerdoti e coadiutori, con una presenza in 132 nazioni, con 2.500 opere e presenze. Con senso di umile gratitudine crediamo che la Società di San Francesco di Sales sia nata non dal solo progetto umano, ma per iniziativa di Dio.

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