L'Ispettore Salesiano del Medio Oriente don Munir El Rai in visita in Siria dal 29 Giugno al 6 Agosto 2015, ci racconta la situazione drammatica in cui versa il Paese

Anche quest'anno, come di consueto, mi sono recato a visitare le tre opere salesiane di Kafroun, Aleppo e Damasco in Siria, mio Paese natale. Un Paese sempre più stremato e impoverito dalla guerra, ormai in corso da quattro anni, le cui conseguenze hanno assunto proporzioni devastanti sulle condizioni di vita della popolazione.
Salesiani di KAFROUN
La comunità e l'opera di Kafroun è diretta da Don Luciano Buratti, missionario italiano, e dal chierico egiziano Gobràn, insieme al cooperatore salesiano Johnny Ghazi e alla sua famiglia. La zona di Kafroun è stata fino ad ora una delle più tranquille della Siria. Per questo motivo molte famiglie sfollate accorrono da Homs, Damasco e Aleppo per trovare rifugio in quella vallata. La nostra opera è frequentata quindi sia da giovani della zona, sia da tanti sfollati costretti a lasciare le proprie case a causa del pericolo e della distruzione che imperversa in tutto il Paese: si recano là per incontrarsi, apprendere, crescere umanamente, spiritualmente e culturalmente, oltre che giocare, cantare e danzare.Stando con loro, ho provato grande gioia, ammirazione e commozione nel vedere centinaia di ragazzi e ragazze, giovanissimi venire e partecipare all’estate ragazzi, realizzata anche quest’anno e perfettamente organizzata e portata avanti, oltre che dai Salesiani, da molti animatori e collaboratori laici. Per facilitare la partecipazione del maggior numero possibile di ragazzi e ragazze, è stato offerto un servizio di navetta dai vari villaggi della vallata fino alla nostra opera. Ho potuto vivere intense esperienze di ascolto, condivisione  e dialogo. In questi momenti, le persone hanno ancor più bisogno di parlare, sfogarsi, e di qualcuno che sia disponibile all’ascolto e alla condivisione di tanta sofferenza. Questa esperienza mi ha fatto crescere profondamente come Salesiano.
Nonostante le tante sofferenze, la distruzione e la morte, ho potuto constatare come la voglia di vivere, di gioire e di sperare è sempre più forte, nonostante le drammatiche circostanze li portino a chiedersi: "Dov’è Dio? Perché Dio permette tutto questo? Non basta tutto questo sangue, tutta questa distruzione? Fino a quando ancora? Basta! Non ce la facciamo più!". Sono interrogativi che ho cercato di affrontare con loro, parlando di perdono, fede, speranza, ma non è facile. La gente è sempre più stanca, stremata, a livello morale, spirituale e materiale. Tutte le famiglie, oltre alla tragedia della distruzione, della morte, ormai vivono il dramma dell’emigrazione, della fuga, della ricerca di una vita migliore, fuori dalla Siria. Le famiglie si disgregano e si dividono ulteriormente. Coloro che partono affrontano viaggi pericolosi e destini incerti, coloro che restano soffrono della mancanza delle persone che partono e della preoccupazione per la loro sorte. E di fronte alla moltitudine di persone che lasciano il paese, sempre più si convincono di non avere altre possibilità: tutti partono! Si domandano: "Che senso ha rimanere qui, soli, in costante pericolo, senza alcuna prospettiva?".
Questo dramma sta cambiando la fisionomia sociale del paese in generale, ma ne risente fortemente anche quella ecclesiale. La presenza cristiana, in passato così forte, si sta indebolendo e disgregando, sia in qualità che in quantità, drammaticamente.
La Messa domenicale a Kafroun, ha rappresentato un bellissimo momento di raccoglimento e comunione. Circa 700 persone hanno preso parte alla celebrazione tenutasi in cortile, alla presenza di cristiani di differenti riti. È stato bello accogliere tutte queste persone, così toccate dalla guerra che le ha portate a vivere il dubbio e l’incertezza nel loro cammino di fede, e vederle tornare a pregare, ritrovare la fede, a confessare i propri peccati.
Salesiani di ALEPPO
La mattina del 7 Luglio sono partito verso Aleppo in autobus, un viaggio abbastanza tranquillo e sicuro, nonostante le 8 ore di viaggio su strade in alcuni tratti completamente distrutte. Sono arrivato nel pomeriggio nella mia città, nel posto dove sono nato e cresciuto, ormai completamente irriconoscibile. Ogni visita mi mostra una città sempre più distrutta. Questa grande città, una delle più antiche al mondo, che fino a pochi anni fa contava circa tre milioni di abitanti, è attualmente considerata uno dei luoghi più pericolosi al mondo.
Arrivato alla Casa Salesiana, i Salesiani e i giovani mi hanno accolto con uno spirito di gioia e ottimismo cristiano. All’ingresso mi hanno fatto indossare un giubbotto antiproiettile e un elmetto, “per motivi di sicurezza e per proteggerti”. 
Ho quindi potuto incontrare i miei confratelli con il direttore Georges Fattàl e ho gioito nel constatare come ancora oggi, da questa opera, provengano tante vocazioni di salesiani consacrati e di salesiani cooperatori. Il Signore ci ha benedetto finora con segno di amore e riconoscimento per questa casa. Ho ringraziato i salesiani di Aleppo per la testimonianza di vita religiosa e continua donazione portata avanti con grande sacrificio per i giovani di Aleppo. Qui ho potuto sentire e toccare con mano la grandezza della nostra missione salesiana.
Proprio durante i giorni di visita ad Aleppo ho vissuto uno dei momenti più commoventi della mia vita, l’ordinazione di Pier Jabloyan, tenutasi l’11 luglio nella nostra chiesa: un prete ordinario in un tempo straordinario!
Anche ad Aleppo ho preso parte alle attività dell’estate ragazzi, meravigliosamente organizzata e gestita. Quest’anno ha visto la partecipazione di oltre 700 ragazzi, ragazze e giovani provenienti da varie parti della città, a cui è stato similmente offerto il servizio navetta per raggiungere l’opera in sicurezza: “Ghèr ‘alam”, cioè (letteralmente) “un altro mondo”, un’oasi di pace.
Quest’anno, dopo 4 anni, la comunità salesiana ha deciso di riorganizzare i campi estivi per i ragazzi che frequentano l’opera ad Aleppo. Dopo 4 anni di chiusura, di “prigionia” all’interno della città, i ragazzi della scuola media e poi delle superiori hanno potuto finalmente rivivere quest’esperienza che li ha portati per 5 giorni in montagna, presso l’opera di Kafroun. Hanno partecipato 180 ragazzi delle scuole medie e in seguito 140 ragazzi delle scuole superiori, accompagnati da diversi animatori e collaboratori. È stata un’esperienza molto significativa, che ha permesso ai ragazzi di godere della bellezza e della tranquillità della natura. Per la prima volta hanno dormito senza sentire il pericolo della guerra, hanno vissuto assieme come una grande famiglia, condividendo momenti di gioia e di preghiera.
Ad Aleppo la mancanza di acqua corrente ed elettricità costringe la gente a sopravvivere con quantità ridotte di acqua, soprattutto potabile, con gravi conseguenze in termini di condizioni di salute, anche dovendo far fronte alla scarsità di elettricità che va ad intaccare e rendere difficoltose le più basilari attività quotidiane. Ho lasciato Aleppo il 20 Luglio, tornando a Kafroun e partecipare così alle attività per altri pochi giorni. Da lì sono diretto il 25 luglio verso l’opera di Damasco in minibus, insieme a don Simon e a un gruppo di giovani animatori.


Salesiani di DAMASCO
Domenica 26 Luglio a Damasco ho presieduto la santa messa in cortile, alla presenza del nunzio apostolico, del suo segretario e delle nostre Sorelle Salesiane, celebrando anche l’occasione dell’insediamento di Don Simon Zakarian come nuovo direttore. Erano presenti oltre 500 giovani, e mi ha commosso vedere il loro amore nel congedarsi dai loro padri salesiani, sia ad Aleppo, nel salutare Don Simon, sia a Damasco, per quelli che hanno dovuto salutare don Alejandro.
Ho avuto la possibilità di incontrare con calma la comunità salesiana di Damasco, ove offrono un servizio prezioso ed importante alla popolazione siriana, in particolare in questo momento drammatico. Anche qui, come ad Aleppo, le attività estive sono state ben animate ed organizzate, supportate dalla presenza di animatori e collaboratori e frequentate da circa 900 giovani provenienti da aree anche molto lontane dalla città. In virtù del numero particolarmente elevato di partecipanti, i ragazzi sono stati divisi per fasce d’età, assegnando giorni  precisi per lo svolgimento delle attività, ospitandoli dalla mattina fino alla sera e offrendo loro ogni giorno pasto e trasporto.
Il centro di Damasco, a differenza di città come Aleppo, appare ancora relativamente meno pericoloso. La situazione è tuttavia peggiorata notevolmente negli ultimi tempi, diventando più instabile e insicura. Anche lì gli effetti della scarsità di acqua, dei tagli all’elettricità, del carovita e della mancanza di lavoro pesano sulle condizioni di vita della popolazione, che sempre più numerosa decide di lasciare il paese.
I ragazzi e gli animatori mi hanno fraternametne accolto nell’Opera e ogni gruppo mi ha reso partecipe di piccole presentazioni teatrali, musicali e artistiche preparate nel corso del periodo estivo. Chiamato a rivolgere una parola di saluto al termine di queste attività, li ho ringraziati e spronati a conservare quell’ottimismo e quella gioia che rappresentano il cuore dello spirito salesiano e ho ricordato loro le belle parole del Papa Francesco nel 21 giugno 2015 rivolte ai figli e figlie di Don Bosco nella basilica di Santa Maria Ausiliatrice in occasione del bicentenario della nascita di Don Bosco: “I Salesiani mi hanno  aiutato ad affrontare la vita senza paure e ossessioni, ad andare avanti nella gioia, nella preghiera. Educate i ragazzi a non avere paura. Non dimenticatevi la caratteristica del vero oratoriano: La gioia. E con questa gioia cercate e amate Gesù per incontrarlo tutti i giorni”.
Il 5 Agosto sono stato invitato a presiedere la santa messa delle prime professioni di 6 giovani suore siriane salesiane. Si è trattato di un modello molto bello di consacrazione a Dio di queste giovani suore proprio in questi momenti particolarmente difficili in Siria.
Il 6 agosto nel tardo pomeriggio ho infine lasciato il Paese.Voglio ringraziare il Signore  per avermi dato modo di compiere questa visita e ascoltare e confortare tanti fratelli in grande difficoltà in questo tragico momento.
Ringrazio i fratelli salesiani, i nostri cooperatori e animatori che portano avanti con dedizione la loro missione, nonostante i gravi pericoli, le fatiche e le difficoltà quotidiane.
Ringrazio la Divina Provvidenza che ci assiste giorno dopo giorno e ci permette di continuare ad offrire aiuto e sostegno spirituale, morale e materiale alla popolazione più colpita, attraverso i nostri benefattori.
Continuiamo a pregare affinché questa drammatica guerra in Siria, e tutte le guerre che affliggono il Medio Oriente e altri paesi del mondo possano finalmente finire: queste guerre rappresentano purtroppo un grande e complesso gioco di interessi, che tendono  a prevalere sul bene comune e fondamentale dell’uomo. Preghiamo quindi che il Nostro Signore Gesù possa infonderci sempre speranza e donarci infine la vera pace.Padre Munir El Rai

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