«Mentre si trova a lottare tra la vita e la morte in Ucraina, dove infuria una guerra violentissima, il protagonista del libro, un reporter di guerra, si confessa a se stesso e, attraverso il dolore degli altri – donne e uomini soldato, vedove, bambini e vittime dei bombardamenti indiscriminati – conosce meglio il suo e prova a uscirne. Ecco un romanzo-verità senza filtri né censure che scava a fondo nell’animo umano e nelle sue debolezze».

Queste poche righe, riportate sulla seconda di copertina del libro di Cristiano Tinazzi “Tutto questo dolore”, presentano ed introducono il nuovo romanzo di questo giornalista che di mestiere frequenta i teatri di guerra sparsi per il nostro pianeta.

Sulla guerra in Ucraina, e ultimamente sulla guerra in generale, si sono scritti veramente fiumi di parole. Va detto che, per certi aspetti, è più che doveroso, perché una guerra come quella non può non spingere a riflettere e a ragionare sulle sue cause e le sue conseguenze. Il rischio possibile è che tutto questo dibattito, questi contributi ci portino ad un’indigestione di riflessioni che genera assuefazione e disinteresse.

Crediamo, invece, sia importante non perdere di vista ciò di cui si sta parlando: un popolo, delle persone, uomini, donne e bambini che non hanno scelto, ma sono costretti a misurarsi quotidianamente con la violenza, la morte, il dolore.

«Tutto questo dolore» che troviamo fin dal titolo del libro di Tinazzi. Tre parole che rappresentano la sintesi perfetta, e allo stesso tempo l’analisi più rivoluzionaria, della lunga guerra in Ucraina. L’autore si immerso talmente tanto in questo conflitto da farlo suo: lo ha assorbito e se n’è impregnato a tal punto da rendere inscindibile e indistinguibile il proprio dolore da quello di un intero popolo.

Tinazzi è riuscito a raccontarlo, tutto questo dolore, e il dolore è la chiave che è mancata in tutto il nostro parlare e discutere di questa guerra.

In molti, pur avendo scritto, raccontato e commentato ciò che hanno visto in Ucraina, hanno parlato di tante cose, ma non del dolore. Eppure, è sempre stato vicino. Perché la guerra in Ucraina è davvero dietro le nostre porte. Ormai, nel Paese, non c’è nessuno che non sia stato toccato dalla morte: un amico, un conoscente, un famigliare.

Il dolore è l’elemento critico di questa guerra, quello che ci permetterebbe di cambiare prospettiva e restituirci un po’ di lucidità. Si tratta di un qualcosa di cui riappropriarsi.

Pensiamo a quella che è la narrazione di questa guerra, che sui canali social ha assunto il sapore di un’odiosa lite condominiale: fazioni opposte e ideologie inconciliabili, tentativi salomonici di sedare la rissa. Nei dibattiti politici fatalismo e ostentata razionalità puntano a marcare il fossato tra detrattori e sostenitori dei due “commissari tecnici” in carica, Putin e Zelensky.

Insomma, nulla di quanto viene detto, scritto o fatto è in grado di rendere realmente l’insensatezza di quanto sta accadendo, anzi ci conduce verso una normalizzazione della guerra spacciata per inevitabile e perenne.

Probabilmente, è così che andrà a finire, se non riusciremo a sobillare una “rivoluzione del dolore”, un nuovo comune sentire talmente forte e profondo da abbattere ogni espressione di potere autoreferenziale.

Per questo motivo, e proprio perché impegnati a sostenere i Salesiani dell’Ucraina che non sono mai venuti meno al loro impegno di restare accanto alla popolazione attraverso i diversi progetti attivati, vogliamo proporvi di leggere il libro di Cristiano Tinazzi, non come una lettura rilassante da fare sotto l’ombrellone, ma come una “lettura scomoda” da fare in vacanza per comprendere perché il dolore della popolazione che soffre per la guerra è anche il nostro e la pace è l’unica e vera linea dl progresso umano a cui aspirare!

BUONA LETTURA!

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